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Il Preconio pasquale

L'Exsultet è una composizione poetica che figura al centro dei riti lucernali che nelle liturgie latine occidentali aprono la veglia pasquale, detta anche Praeconium paschale (annuncio pasquale) o laus cerei, cioè lode-benedizione di Dio in relazione all'accensione del cero. Con questa funzione l'Exsultet è documentato per la prima volta verso la fine del IV secolo, e se ne conoscono diversi esemplari appartenenti a diverse famiglie liturgiche.

L'Exsultet ambrosiano — tuttora in uso nella veglia pasquale ambrosiana, sebbene nel Messale ambrosiano italiano compaia oggi in una redazione abbreviata — è di paternità incerta e viene ritenuto composto a cavallo tra i secc. V e VI, sebbene il più antico testimone sia cospituito dal sacramentarium Bergomense, datato alla fine del IX o agli inizi del X secolo.   Il testo si apre con un ampio e solenne invitatorio (Exsultet iam angelica turba caelorum; Esultino i cori degli angeli) concluso dall'Amen dei fedeli: è una convocazione universale alla gioia per celebrare degnamente la pasqua del Signore, nella quale, in crescendo, tutti gli esseri del cielo e della terra (gli angeli, la terra, la Chiesa, l'assemblea celebrante) sono invitati a unirsi all'esultanza per la vittoria di Cristo, il «più grande dei re».

All'invitatorio fa seguito — introdotto da un dialogo e da un incipit analoghi a quelli che precedono il prefazio — un rendimento di grazie particolarmente sviluppato (Vere dignum et iustum est; È veramente cosa buona e giusta) diviso in due/tre parti, che si concludono con un nuovo Amen da parte dei fedeli. La prima sezione, che termina con le parole Nobis in veritate proveniunt (Oggi per noi si avverano in Cristo), è una contemplazione della Pasqua-passione di Cristo, vero agnello pasquale; la seconda sezione, che va da Ecce iam ignis (Ecco: in questa notte beata) fino al termine, riflette sulla notte pasquale come sintesi del «mistero della salvezza», comunicata ai credenti nei sacramenti del battesimo e dell'eucaristia.  La parte terminale del rendimento di grazie — sebbene oggi, a seguito della riforma postconciliare, non vi sia più effettiva corrispondenza tra la successione presentata dal testo e la liturgia della veglia — commenta pertanto la struttura celebrativa della veglia, le cui quattro parti (riti lucernali - annuncio pasquale - liturgia battesimale - liturgia eucaristica) costituiscono il compimento tipologico di «preannunzi e fatti profetici di vari millenni».

Scroll Exultet, Italia meridionale tra il 981 e il 987

Il mistero pasquale di Cristo vi è, così, presentato sinteticamente a partire dalla rilettura di tutta la storia della salvezza. Interessante è l’interpretazione che il Preconio ci offre del simbolismo del cero pasquale e che permette di comprendere la struttura stessa della Veglia ambrosiana: esso raffigura infatti la «colonna di fuoco» che, come guidò l’antico Israele verso la liberazione, così guida «i redenti alle acque che danno salvezza», con esplicito richiamo alla rinascita battesimale; oppure – continua il Preconio – esso richiama la stella dei Magi che, come guidò i primi pagani alla fede nel vero Dio, così, in questa notte, guida i credenti all'incontro con Cristo risorto.

Testo in Italiano

Testo in Latino

Fonte (siti):

Chiesa di Milano

Pontificio Istituto Ambrosiano di Musica Sacra

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